G. Prezzolini - Vita intima. - Firenze, 1903.
p. 13
Non è un libro di avventure amorose, come il titolo equivoco potrebbe far credere; se mai di avventure intellettuali e sentimentali. Il Prezzolini ha delle passioni non tanto comuni: quella delle idee pure, dell'auto-osservazione, della solitudine. Egli pure dunque rivolge lo sguardo all'interno, a quella psicologia introspettiva di cui il positivismo si è scordato ne' suoi indici e cataloghi fisiologici. Ma mentre il libro del Colozza è un libro sulla Meditazione e sui Meditatori, questo è un opuscolo di Meditazione e di un Meditativo; quello è un trattato, questo un documento; l'uno è per insegnare al pubblico, l'altro per parlare a pochi; il Colozza scrive con chiarezza e precisione, divide il libro in parti, in capitoli, fa citazioni, si conserva insomma professore e studioso, pedagogo e moralista; il Prezzolini è confuso e impreciso e spezzato; mescola appunti e pensieri, divagazioni e ricordi, citazioni e discussioni, senza nessun ordine, senza nessun fine. Sembra che in lui vi sia un notaio alle prese con un rigattiere; il rigattiere è ricco, ma è avaro, e vuole tenere tutto nascosto; l'altro vorrebbe schedare e catalogare il bello e il brutto; il rigattiere non cede che le cose peggiori, e il notaio si affretta segnarle con aria di trionfo. Ne risulta un opuscolo di impossibile lettura e di nessuna utilità. L'autore forse ci si divertirà a leggerlo; non il lettore.
◄ Fascicolo 10
◄ Giuseppe Prezzolini